Sono donne,sono mamme,sono in carriera,sono le favolose cinque:
incubo dei designers, terrore dei loro assistenti, prima fila di tutte le grandi catwalks, sono il pollice in su o in giù per moda, modelle e mood, sono:
SUZY MENKES: La dama nera
Sembra una sciura un po’ arzilla e un po’ “avvinazzata” con qualche brutto segno da bigodini in testa, borsetta al braccio e filo di perle…in realtà è la signora ammazza tutti.
Tra le cinque è quella con più esperienza. Dopo aver visto una sfilata couture di Nina Ricci da bambina decide di occuparsi di moda e ci riesce nel 1988,quando diventa giornalista di moda per l’international herald tribune,giornale per cui lavora tuttora.
Sessantacinquenne, la signora Menkes è la classica dimostrazione che scrivere di stile non significa necessariamente averne,la sua caratteristica è il cinismo spietato e un atteggiamento un po’ goffo da gattara.
Celebre rimane la sua critica spietata ad una sfilata di Prada uomo solo perché,racconta una sua assistente,non riusciva a trovare il suo posto assegnato(una ragione più che plausibile).
Il suo passepartout: il soprabito, anche in estate
ANNA PIAGGI : La cappellaia matta
Icona di personaggi come Blahnik, Lagerfeld, Dolce&Gabbana e Stephen Jones, più colorata di Carmen Miranda, la signora Piaggi collabora con Vogue italia dal 1980.
La ricorderete di certo per il suo tirabaci multicolor che fa’ capolino dai mille cappelli che la giornalista delle DP (doppie pagine) usa abitualmente. Look più che stravagante (per non dire ridicolo) rivendica una media di 7.000 articoli di moda per vari giornali e annovera più di 2.865 vestiti e 265 paia di scarpe. Autrice della bibbia per i giovani designer in erba “Fashion Algebra”,in bilico tra arte e giornalismo,la signora Piaggi parla poco e a bocca stretta,coma una vera damina dell’800.
Nessuno conosce la sua vera età.Il suo passepartout:i cap(p)elli
CARINE ROITFELD : L’aristoPunk
51 anni,parigina di origini russe,inizia come modella per riviste indipendenti,diventata poi stylist e collaboratrice di Mario Testino,viene assunta a ruolo di musa di Tom Ford per Gucci e Yves Saint Laurent(ah bei tempi),fino a quando non diventa direttrice creatica di Vogue Francia nel 2001.
Nero, animalier, rock,capello liscio effetto unto,mai orologio al polso, 5 elementi costanti nel look di madame Roitfeld che le regalano un appeil unico e molto riconoscibile.
Famosa per l’epiteto affibbiatole di chiccosissima parisienne, la tigre della Condè Nast passerà alla storia come “Signorina Moda” nomignolo con cui è stata ribattezzata da un barbone all’ingresso della sfilata di Fendi durante la fashion week donna milanese. Molti brand devono molto alla punk borghese Carine e molto le deve anche la figlia Julia, già testimonial nel 2006 della nuova fragranza Black Orchid di Tom Ford.
A noi Carine piace particolarmente,è una donna contemporanea,la nuova Sigourney Weaver di”una donna in carriera”,la mamma ideale di tutti noi.
Il suo passepartout: la riga nei capelli,al centro.
FRANCA SOZZANI : La strega dell’Est
Editor in chied di Vogue Italia dal 1988 è considerata l’intellettuale delle cinque(cioè la più noiosa).Sua sorella Carla è proprietaria di un negozio cult per tutte le fashion victim del mondo,10 Corso Como in Milano,insieme sono invicinbili.
Bellezza Raffaelita,riga al centro,capelli mossi biondi e look castigato,critiche insipide,madama Zozzona si è sempre distinta per la sua parsimonia, a volte ai limiti del ridicolo, giurano le sue assistenti che raccontano anche di un insopportabile scia di candeggina e zolfo che Carla lascia dietro di sé al suo passaggio.
"C’è qualcosa di marcio” in casa Sozzani, e molti giurano essere la sua pachidermica figlia,che riesce a farsi notare per tante cose fuorché per classe,che ovviamente lavora come stylist e fotografa per la stessa rivista di cui la mammina è direttrice(strane coincidenze della vita).
Il suo passepartout: i rayban neri.
ANNA WINTOUR: Il diavolo
Impossibile definirla in modo diverso.
Cinquantasette anni,inglese,bambina prodigio in stile e buone maniere,diventa editor in chief di Vogue America nel 1988 e mette subito in ombra icone come Diana Vreeland (celebre per le sue rubriche Why don’t you) proponendo una moda che è l’esatta copia della sua direttrice,proclamandosi la massima ispirazione per sé stessa.
Caschetto da paggio,occhiali da sole quadrati e di celluloide (e solo lei riesce a vedere una sfilata con gli occhiali da sole) completino da thè stampati,sandali comodi,e..pellicce pellicce e ancora pellicce.Pare che a Parigi,durante la settimana della moda femminile,Annina sia stata il bersaglio di un lancio di torte alla panna…che figuraccia…noi non concordiamo.
Molte sono le storielle che si raccontano su questa sorta di leggenda umana:puntualmente the big A si sveglia alle sei del mattino,fa’colazione con latte macchiato che richiede sempre e solo dallo stesso “bar”,ogni giorno sfoglia tutte le riviste mondiali iniziando da Harper’s Bazar, non rimane ad una festa più di 20 minuti,è a letto alle 22:15 dopo aver sistemato l’outfit per il giorno dopo.
Ogni Natale la sola siura Wintour riceve più regali lei da sola che l’intero stato dell’Ontario.Questo e molti altri aneddoti sono stati raccolti dalla sua ex assistente Lauren Weisberger nel famosissimo “il diavolo veste Prada”da cui è stato poi tratto l’omonimo film che ha creato un nuovo stereotipo gay,e cioè quello di Meryl Streep nei panni di Miranda Priestly.A noi piacerebbe per una volta vedere la signora Wintour ubriaca spolpa,con i sandali in sano e magari senza frangia,saremmo disposti a pagare oro.
Il suo passepartout:…sé stessa…
7 commenti:
Tranne il Diavolo della Wintour non le conoscevo, non sono ferrato per la moda. Ma Anna Piaggi mi sembra favolosa!
Anna Piaggi è un cartone animato vivente per come si concia...E' troppo unica!Una grande professionista nonostante l' apparenza!
Non si può vivere in questa società e non conoscere le favolose 5...è come non conoscere la Perestroika...si scrive così giusto?
Sorry.... ora grazie a "ma lei!" le conosco.... :-D
Comunque vorrei fare come Anna Piaggi, essere unici e originali in questa società di cloni mi sembra già un passo avanti, ma il coraggio nn ce l'ho!
per fortuna si può essere "unici e originali" come dici tu in altri modi che non siano capelli colorati e travestimenti vari.
Una più mitologica dell'altra, ma Carine è la mia preferita.
già...anche la mia
carine è taaaaaaaap che ciao
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